Lezioni da una pianta

Settimana scorsa mi trovavo in Polonia e dietro all’albergo in cui soggiornavo c’era un piccolo boschetto in cui sono andato a rilassarmi prima di cena e camminando ho notato che le piante:

  • hanno bisogno del proprio spazio
  • hanno bisogno di tempo per crescere
  • cercano di ottenere ciò che vogliono
  • fioriscono
  • usano ciò che hanno a disposizione nel loro contesto

Al contrario delle piante, noi umani abbiamo un cervello e il punto è che il cervello umano può impelagarsi nel “Ma come ?“, “Prima ho bisogno di un piano” o “Chi mi assicura che funzioni ?

Capisco. Conosco molto bene il funzionamento del cervello umano: la parte limbica di esso scansiona continuamente l’ambiente per individuare potenziali rischi, poi si focalizza su di loro per evitarli e ridurre i rischi. Tutto questo per tenerti al sicuro e farti sopravvivere ed assicurare che anche domani tu ti svegli.

Hai letto bene: ciò che interessa al cervello limbico è che tu SOPRAVVIVA, non che tu viva al meglio o che tu esprima le tue potenzialità.

Oltretutto creare ansia e paura in anticipo (pre-occuparsi), in pratica, non ti mette al sicuro.

ANZI

Non ti permette di cogliere tutti i segnali nel sistema.

Come mi è capitato l’anno scorso quando, dopo aver accompagnato mia figlia a scuola, ero in ritardo per una riunione “Merda, merda, merda, non voglio arrivare in ritardo” e non solo mi sono messo a superare dove NON si può, ma addirittura supero il Fiat DUCATO dei Vigili Urbani (quindi un mezzo bello grande che era impossibile non vedere) 🤦‍♂️

Non ti permette di rendere al meglio

Hai mai provato a dare un esame, entrare in una riunione importante o fare una gara in preda al panico ?

Costa un SACCO di ENERGIE

Hai mai fatto caso a quanto sfinito sei e quanto male tu dorma, quando vuoi costantemente tenere sotto controllo le cose ed hai paura che succeda qualcosa ?

Già soltanto a livello muscolare, pensa a quanta energia viene sprecata a tenerli costantemente tesi, anziché tenderli soltanto nel momento in cui servono.

Per non parlare della qualità dei movimenti (e dei ragionamenti), che sono molto meno fluidi quando il corpo è teso…

Il controllo è un’illusioneCondividilo su

Il punto è che esiste anche un altro modo di operare. Uno in cui prima fai chiarezza su chi sei quando sei al tuo meglio, che richiede un lavoro interiore.

Poi devi prendere ciò che hai scoperto in questo processo interiore e capire come prendere ciò che è vero per te al tuo meglio e renderlo vero per te quando agisci nel mondo, ciò che io chiamo “esternalizzare” la tua intenzione.

Quando colleghi il tuo “gioco interiore” e il tuo “gioco esteriore”, ciò che emerge è una “iperpresenza”, cioè una capacità di cogliere i sottili segnali nel sistema che agli altri sfuggono.

E’ qui che smetti di pretendere di voler controllare le onde del mare e riesci a leggere il mare come nessun altro, a prendere le onde come arrivano, prima di tutti, quella che vuoi tu e al meglio.

Quando ti organizzi per collegare la tua intenzione all’azione, massimizzi la tua capacità di produrre i risultati che più desideri.

NOTA BENE: ho riaperto la lista per il coaching, ho spazio per una persona. Se sei interessato contattami.

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