Perché il bilanciamento Vita – Lavoro è una cavolata

Il bilanciamento Vita - Lavoro è una cavolata

Si sente molto parlare di bilanciamento tra Vita e Lavoro e i “guru” della consulenza che lo fanno, in genere ti dicono che devi:

  • identificare i fattori di stress e le aree della tua vita che necessitano di maggiore attenzione (qualche sito suggerisce perfino che “prendersi cura di sé può prevenire il burnout”…. )
  • creare dei confini precisi tra lavoro e vita privata
  • delegare le responsabilità

Tutto bello, ma parte da un presupposto sbagliato, cioè:

  • sto tutto il giorno seduto gobbo davanti ad un monitor e gli occhi mi si incrociano -> alla sera vado a correre sul tapis roulant o faccio yoga
  • il lavoro mi stressa -> faccio meditazione
  • faccio un lavoro che non mi piace -> non vedo l’ora che arrivino le vacanze

…a Venezia si dice “Un alto e un basso fa un gualivo“, peccato che nel caso della nostra vita: -1 e +1 NON faccia ZERO !

Il tira da una parte & tira dall’altra parte

Siccome lo stress tira da una parte, per bilanciare compensiamo con un piacere dall’altra parte, ma quindi in realtà siamo continuamente sbilanciati, abbiamo l’attenzione su ciò che NON vogliamo e pensiamo come possiamo metterci un cerotto, come farcelo piacere, come indorare la pillola. In pratica è un continuo tapparsi il naso e stare in apnea, per poi tirare il fiato spompati il fine settimana o in vacanza: sei continuamente tirato da una parte e poi dall’altra.

Ma c’è anche un modo diverso di fare le cose… (e mettiamo per un attimo da parte ciò che dicono i guru).

Prima il piacere poi il dovere

Il piacere deve essere il pezzo che metti per PRIMO, all’inizio della performance.
Il piacere nell’esperienza deve essere la prima cosa, in modo tale che tutto il resto (anche la parte inevitabile meno bella) sia un contorno.

Il primo pensiero, la scintilla, l’idea trainante deve essere un pezzo di piacere.

Smetti di lavorare nel bilanciamento (lavorare tantissimo per poi andare a recuperare nel weekend o durante le vacanze).

Inizia a pensare e costruire un contesto in cui NON devi alternare il piacere e il dovere, ma in cui coincidono anche contestualmente.

E’ chiaro che non è tutto piacere, ma il primo pensiero che ti viene in mente quando approcci quel lavoro deve essere Che bello è un’esperienza che voglio !
e NON Che palle devo fare sti 5 giorni e meno male che dopo faccio una settimana di spiaggia per fare rilassamento totale…

Se parti dal presupposto “Per farmi piacere questo devo fare X“, allora è un continuo “tira da una parte e tira dall’altra”.
Nella migliore delle ipotesi crei tensione e stress e poi vai a zero, nella peggiore vai in burnout, crei casini e butti un sacco di soldi.

Quando invece crei un contesto in cui l’attrazione te la crea il piacere, l’esperienza che vuoi avere, quello che fai in realtà è capitalizzare sul tuo sforzo, sul tuo investimento, anche sulla tua rottura di scatole che avrai, perché – anche quando sei un po’ più stanco, anche quando le cose si fanno un po’ più complicate – c’è la spinta, il tirare da parte dell’esperienza che vuoi avere, del piacere che vuoi, che rende più facile la tua azione, le tue decisioni e soprattutto NON le fai partire dall’inibizione, dal Che palle devo fare sta roba, meno male che dopo vado alle Maldive .

C’è una rottura di scatole (quello è inevitabile, ci sarà sempre), ma c’è anche un grosso pezzo di esperienza, di lavoro che voglio fare ed è più facile che tu agisca, che tu prenda le decisioni migliori.

Il bilanciamento vita-lavoro NON funziona. Per essere veramente soddisfatto e felice devi mettere prima il piacere e poi il dovere.Condividilo su

Metto prima ciò che mi piace fare

A me piace viaggiare prendendo l’aereo: ogni volta che entro in un aeroporto mi sento come un bambino curioso, mi piacciono gli spazi alti ed enormi degli aeroporti.

Io adoro decollare ed atterrare a Venezia: prendo SEMPRE un posto sul lato destro dell’aereo per poter ammirare Venezia dall’alto e vedere i “ghirigori” che le correnti disegnano nella barena e per sbirciare se nei 2 spot dove vado a fare surf, in quel momento ci sono onde.

Questa è una delle foto che ho scattato dall’aereo

Mi piace un sacco fare consulenza e formazione, sia di tipo tecnico ed organizzativo, che nel lavorare con le persone a metterle in condizione di performare meglio, in modo che ottengano più risultati e siano più soddisfatte, per questo ho reso questo la parte centrale di ciò che faccio in azienda.

Non lo faccio soltanto nei team degli altri, ma lo faccio anche con il mio di team: li metto in condizione di dare il meglio di sé e così otteniamo più risultati e ci divertiamo di più.

Negli anni mi sono creato un contesto in cui queste cose sono il centro di ciò che faccio ed in aggiunta ho molta autonomia decisionale e di gestione del mio tempo. Questo per me è importante affinché possa essere presente nella vita di mia figlia e possa andare a cavalcare le onde quando ci sono le mareggiate vicino casa mia (perché quelle arrivano, quando arrivano).

Se ho una trasferta di 5 giorni in Polonia per fare funzionare meglio quello stabilimento, sono emozionato perché prenderò il volo e vedrò la laguna veneziana dall’alto, perché mangerò lo Żurek (la tradizionale zuppa polacca di gusto acido), perché i colleghi polacchi all’inizio sono sempre un po’ resistenti, ma poi otteniamo risultati.

Certo, quando sono in giro in aereo passando per gli aeroporti di Monaco o Francoforte molto spesso ci sono ritardi nei voli. Se torno di venerdì in Italia spesso ci sono scioperi e mi è già capitato di dover tornare con il Flixbus o di posticipare il rientro al sabato. Per poi non parlare della nota spese che devo fare dopo il rientro.
Sono rotture di scatole: sì, ma non cambierei il lavoro che sto facendo, perché quello che ti ho descritto prima, mi piace proprio.

Ecco, quando hai messo davanti l’esperienza che vuoi avere, a questo punto (ma soltanto ora) possono avere senso anche i consigli dei “guru”, tipo il dire di no (io difendo con le unghie e con i denti le cose che ti ho detto sopra) e la delega.

MA prima devi sapere cosa vuoi veramente (non cosa NON vuoi) e non è per niente banale.

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