Come generare le tue migliori idee con un PKM

Sono dell’idea che dovrebbe già insegnarlo a scuola e ti spiego perché.

Tralasciando le abilità e la motivazione dei singoli professori (che appunto dipende dai singoli) una cosa che non mi piace del sistema scolastico è il massiccio uso di memorizzazione meccanica, che a mio avviso non è un’abilità chiave nella vita di una persona, men che meno nell’era degli smartphones e dell’intelligenza artificiale.

Il cervello umano si è evoluto nella forma in cui è oggi (e da 40.000 anni sostanzialmente è invariato) non per memorizzazione dati, ma bensì per muovere un corpo estremamente complesso (siamo in grado di saltare, correre, stare in piedi, in equilibrio sulle mani, nuotare etc) e per pensare, valutare scenari futuri inesistenti e creare concetti nuovi.

Per questo motivo ritengo che essere in grado creare le tue migliori idee (anche SENZA l’uso dell’intelligenza artificiale) debba essere insegnato a scuola.

A gennaio 2021 ho fatto una scoperta: da anni usavo già tenere un diario cartaceo ed utilizzavo Evernote per salvare in modo digitale posts e file che ritenevo importanti, ma questo ultimo mi stava diventando sempre più stretto: collegare tra loro le note in Evernote non è così semplice e quel pensiero di sottofondo (come il ronzio di un ventilatore) “…e se un giorno Evernote dovesse chiudere ? Che fine faranno tutte le mie note che ho accumulato negli anni ?” mi stava snervando.

Come ti dicevo a gennaio 2021 ho installato sul mio smartphone e sul PC (ma c’è anche per MAC) la piattaforma Obsidian. Esso è soltanto UNO dei tanti PKM (ovvero Personal Knowledge Management system) che si trovano sul mercato (Roam, Notion e Logseq sono degli esempi di alternative).

In pratica si tratta di una banca dati di note ed immagini che puoi richiamare in un secondo, in qualsiasi momento, in qualsiasi posto (potendolo usare anche sullo smartphone in modalità offline).

Tra le cose, che io metto nel mio PKM, ci sono:

  • i pensieri e ricordi che prima scrivevo sul diario
  • tutto ciò che studio e lo svolgimento degli esercizi
  • gli articoli del web che trovo interessanti
  • i concetti che non ho ancora studiato e che voglio approfondire
  • le idee che mi vengono in mente per progetti futuri
  • i posti dove sono stato e quelli che voglio visitare
  • il resoconto delle sessioni di surf
  • le ricette
  • gli insight che ho avuto
  • ogni sessione di consulenza con un cliente
  • tutte le bozze dei post e dei video
  • tutti gli articoli che ho pubblicato

Come ti dicevo, in parte facevo questa cosa già in Evernote, ma il superpotere che hanno i PKM (e trovo particolarmente facile in Obsidian) è la possibilità di creare collegamenti tra le note, perfino tra sezioni delle note e la facilità con cui lo si fa.

Perché i collegamenti sono un salto di paradigma ?

Quando ho iniziato, soltanto poco più di 3 anni fa, ho cominciato da zero, inserendo le cose su cui stavo lavorando e man mano che raccoglievo nuovo materiale interessante, aggiungevo pure quello.

All’inizio è per lo più una fase di inserimento, di accumulo… ma poi, dopo un po’ di tempo mi sono reso conto che avevo diverse note di un determinato tema e così ho iniziato a creare un po’ di struttura creando dei cosiddetti MOC (Maps Of Content), cioè delle note testuali a tema, in cui riassumevo i concetti principali e raccoglievo i link alle varie note di dettaglio. A volte, quando il tema è complesso e non lineare, creo anche una mappa visuale.

Poi ho iniziato ad aggiungere le tag, cioè le etichette a seconda degli argomenti e la cosa interessante è che semplicemente cliccandoci sopra visualizzi immediatamente tutte le note che contengono tale etichetta. In questo modo ogni volta che lavoro ad un argomento e voglio fare dei collegamenti concettuali guardo per prima cosa tra queste note.

Inoltre Obsidian offre anche il grafo, cioè la visualizzazione grafica dei collegamenti tra le note (punti grigi) e le etichette (punti verdi). In questo modo, per esempio prendendo 2 concetti apparentemente scollegati tra di loro (cioè prendendo 2 note non collegate da link diretto) è possibile vedere il percorso che li unisce.

La creatività in fondo è questo: creare un collegamento nuovo tra 2 cose apparentemente scollegate.

Un insight, un’illuminazione in realtà è esattamente la stessa cosa: 2 parti del cervello, 2 neuroni che prima non avevano alcun collegamento sinaptico tra di loro che vengono uniti. Il modo in cui viaggiano le informazioni attraverso il nostro cervello è mediante una micro corrente. Quindi, quando si crea un nuovo collegamento sinaptico è come se collegassimo una spina ed una presa e per la prima volta passa una micro corrente. Per questo hai come la sensazione di vedere una “luce” e si dice di aver avuto un’illuminazione.

Un’illuminazione è la scarica elettrica che avviene quando 2 neuroni, fino ad allora scollegati, formano per la prima volta un collegamento sinaptico.Condividilo su

Il progresso è NON lineare e il potere degli interessi composti

Per iniziare non hai bisogno di niente: basta che inizi con la prima nota. Scrivi una cosa che trovi interessante, scrivila per il tuo sè fra 10 anni, in modo tale che tu possa capire la cosa fra 10 anni, anche se non ti ricordi più il concetto, l’evento o perché hai scritto tale nota.

Non hai bisogno di altro.

Ti accorgerai naturalmente di quando avrai bisogno di più struttura, come quando in casa ti rendi conto che hai le cose sparse in giro e che senti il bisogno di un nuovo armadio o di una libreria in più per mettere le cose al proprio posto. E da quando li hai presi, poi hai sempre saputo dove trovare agevolmente quello che cercavi e il tuo corpo e la tua mente hanno potuto rilassarsi per dedicarsi ad altro.

Con il mio PKM ho fatto uguale: all’inizio ho fondamentalmente inserito note, poi sono emersi dei temi ricorrenti a cui ho dato delle etichette e che ho raccolto nelle note a tema MOC, durante la creazione delle quali mi sono posto domande che prima non mi ero mai posto ed ho visto collegamenti che prima non avevo visto.

Questo mi ha fatto capire meglio determinati argomenti o mi ha portato a scoprire alcuni aspetti di me (per esempio ho notato uno schema in cui tendo ad evitare un determinato tipo di cose) o ad avere delle idee originali per dei nuovi progetti (come per esempio unire esperienze personali con argomenti di crescita personale per creare contenuti personalizzati).

Usandolo, non dico quotidianamente, ma quasi, mi ritrovo 3 anni dopo con quasi 2.000 note ed un potenziale enorme.

Magari in futuro cambierò piattaforma o cambierò struttura delle note (quella è in continua evoluzione a pari passo della mia evoluzione e della tecnologia), ma di sicuro non smetterò di utilizzare qualcosa di questo genere, perché un PKM è di fatto un posto in cui catalizzare i pensieri, generare illuminazioni e produrre il tuo lavoro più ispirato.

Un Personal Knowledge Management system (PKM) è un posto in cui catalizzare i pensieri, generare illuminazioni e produrre il tuo lavoro più ispirato.Condividilo su

Che poi lo strumento specifico sia Obsidian, Roam o uno Zettelkasten con schede cartacee, questo è solo questione di preferenze personali, ma il mio consiglio è come per il risparmio, l’investimento, l’attività fisica e la conoscenza: prima inizi, prima raccoglierai i frutti degli interessi composti e più lo usi e più sarai ripagato con risultati esponenziali.

Per questo motivo dovrebbe già essere insegnato alle scuole elementari.

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