Ci hai messo 40 anni per…

Nello scorso articolo ho condiviso il mio dubbio, come mai io in alcune situazioni ottenga dei risultati di alto livello (e provi una forte soddisfazione), ma in altre io non riesca ad alzarmi dal letto/staccarmi da Facebook/(mettici la tua strategia preferita per anestetizzare la pressione per ciò che dovresti fare, ma non ne hai voglia) e riuscire a combinare qualcosa.

Quello che non riesco a capire è come mai: perchè io sono sempre io. Perciò non è che non riesca a fare le cose, la realtà è più complessa del semplice “non ci tieni abbastanza” o “non ci credi forte forte forte” che un grosso filone della cosidetta crescita personale ci vuole fare credere.

Con l’aiuto del mio coach sto scoprendo che la performance (cioè i risultati che ottengo) non è dipendente dalla mente: “devi crederci di più: quando la mente comanda il corpo segue

Col cavolo !

Lavoro su me stesso dal 2000 e nella mia newsletter ci sono iscritti dal 2008, che ancora mi leggono oggi, quindi posso dire con tranquillità che sono passato anche attraverso la moda di usare le affermazioni potenzianti o le visualizzazioni e le ho applicate, ma non mi hanno portato i risultati che speravo.

Quello che sto scoprendo adesso è che i risultati che ottengo sono una questione di comportamento, di come sono quando faccio le cose. E il punto interessante è che io ci ho messo 40 anni di azioni, decisioni e comportamenti per condizionarmi ad essere e ad agire in determinati modi. E da un certo punto di vista ha funzionato.

Voglio dire, non sono uno “scappato di casa” o una persona “senza arte, nè parte”: ho un lavoro di responsabilità, ho un team, mi hanno affidato di migliorare un processo produttivo in una multinazionale, ho messo sù una famiglia, ho una figlia…

Insomma qualcosa nella vita ho combinato, quindi non c’è da sorprendersi se il mio cervello, che è uno strumento straordinario e il cui UNICO obiettivo e chiodo fisso è farmi sopravvivere, continui a….

STOP. Come dici ?

Il cervello serve per pensare ?

Sono solo parzialmente d’accordo con te, nel senso che il nostro corpo ha dei nervi distribuiti in tutto il corpo e che qiundi non è del tutto vero che il ragionamento abbia luogo soltanto nel cervello. Ma il punto che mi preme di più in questo momento è che una parte del cervello (per capirci quella più interna, senza entrare in troppi dettagli) è adibita a salvarci la pelle.

Essa è sempre allerta (anche quando dormiamo), è molto veloce a prendere delle decisioni (se c’è un pericolo vero, non c’è istante da perdere), però non lavora molto di fino (non si può avere tutto dalla vita e se c’è in ballo di salvare la pelle, è meglio prendere dei “falsi positivi”, che ci fanno scattare anche quando non serve, piuttosto che prendere dei “falsi negativi” e farci sbranare dalla tigre con i denti a sciabola).

Il punto è che le tigri con i denti a sciabola non ci sono più (ma su questo tornerò un’altra volta).

Dicevo che nella mia vita sono riuscito a combinare qualcosa, ciò nonostante a volte ho la sensazione che ci sia un pezzo che mi manca: raggiungo gli obiettivi che mi pongo e subito dopo penso a qualcosa di nuovo da raggiungere. Ci sono delle aree della mia vita di cui sono insoddisfatto. Ci sono volte che sono bloccato e non riesco a partire ed altre in cui raggiungo un plateau: è come se sbattessi contro un soffitto oltre il quale non riesco a salire…

Mi sto rendendo conto che ciò che faccio (le azioni che compio, le decisioni che prendo, come sono quando faccio le cose, i miei comportamenti) sono come una serie di sentieri in un campo di erba alta: ci sono delle tracce battute e ribattute, che ormai sono segnate e per risparmiare energia (altro punto su cui il nostro cervello è estremamente focalizzato, perchè aumenta le probabilità di sopravvivenza) prendo sempre quelle, senza ormai pensarci più.

Quindi se ora voglio ottenere un risultato diverso, perchè se sono insoddisfatto vuol dire che qualcosa in come mi comporto non porta al risultato sperato, devo intraprendere strade nuove, tracciare nuovi percorsi. Ma prima che questi diventino la nuova strada, che l’erba sia calpestata e sotto si inizi a vedere la terra e che sui vecchi sentieri ricresca l’erba e raggiunga un’altezza tale, per cui non si riconosca più che lì prima c’era un sentiero, ci vuole tempo.

Magari non altri 40 anni, ma sicuramente NON basta un weekend 😉

Ci hai messo 30 anni (togli 15 dall’età che hai) per diventare come sei (ed è un successo perché vivi e ti puoi permettere di leggere questo messaggio su internet) e pensi che basti un corso di un weekend per cambiare la tua vita ?Condividilo su

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