Una vita che valga la pena essere vissuta

Lo so, è un pò che non scrivevo, ora ti racconto perchè (e c’è qualcosa anche per te).

Lavoro nel settore automotive da 14 anni, un settore in continua evoluzione e con degli standard qualitativi e di sicurezza molto elevati, secondi soltanto al settore aerospaziale e a quello medicale. Basta che pensi quanto le automobili di oggi sono più comode (minor rumore, sedili riscaldabili e regolabili in modo tale che tu possa appoggiare bene la schiena e rilassarla), sicure (airbags, frenate assistite, sensori di parcheggio, sensori per l’angolo morto, distanza etc) e dotate di molti più optionals rispetto a quelle di 14 anni fa.

In questi anni ho fatto un pò di carriera passando da capo di un reparto di 112 persone a direttore di produzione dell’intero stabilimento, fino ad essere il responsabile del processo di fusione per tutti gli 11 stabilimenti sparsi per il mondo.

Non era malaccio: pian piano avevo imparato a delegare le attività più routinarie ed operative e dedicarmi più alle gestione e crescita del mio team, oltre che a immaginare e pianificare strategie per lo sviluppo degli stabilimenti. Questo mi ha permesso anche un minimo di flessibilità ed autonomia nella gestione del mio orario. Potevo accompagnare a scuola mia figlia ogni mattina e in questi percorsi abbiamo legato tantissimo, tanto che lei, ancora oggi (pur essendo ora adolescente), lo apprezza, motivo per cui spesso continua a chiedermi di accompagnarla.

Non era solo quello, ma avevo iniziato anche a guadagnare qualche soldino in più da investire in ciò che mi piace fare: viaggiare, fare delle esperienze con la mia famiglia (tipo portare mia figlia alla Scala a vedere i suoi idoli) e partecipare al tipo di corsi che piacciono tanto a me.

Ma ad essere onesto, sotto sotto c’era anche una sensazione di insoddisfazione, come il rumore di un condizionatore in una notte d’estate. A livello fisico me ne rendevo conto perchè sentivo i muscoli del collo contratti fino alle spalle. Nei momenti più acuti culminava in una specie di scossa nell’avambraccio.

Ormai 2 anni fa mi sono rivolto ad una persona che guida le persone a performare al loro meglio. La cosa che mi ha sorpreso da subito è che NON siamo finiti a lavorare sui miei difetti e sulle aree in cui ero più carente (sai quanti corsi di formazione in azienda e piani d’azione su quei punti avevo già dovuto fare ?), ma piano piano ha fatto emergere chi sono veramente e come sono quando sono al meglio.

Direi che i concetti chiave siano stati “tirare via strati” (come si fa su una barca di legno quando le si vuole ridare il vecchio splendore e con la carta abrasiva si rimuovono i vecchi strati di vernice e si fa tornare alla luce il legno sottostante) e tornare a sentire con tutto il mio corpo, invece di correggere ciò che non funzionava e pensare soltanto con la testa.

Prima di iniziare con Simone, mi immaginavo un cambiamento “a gradino”. In realtà – mi viene da sorridere ora a raccontarlo – mi sembrava che non succedesse niente, ma qualche settimana fa mi sono girato indietro per guardare la strada percorsa e mi sono accorto che la mia postura è cambiata, il collo e le spalle non sono più contratte. I miei movimenti sono più fluidi.

Pensa che recentemente ho acquistato uno skateboard di quelli lunghi un metro (vengono chiamati appunto “longboards“) e alla prima lezione ero riuscito già a fare curve strette in tutti e due le direzioni. La stessa fluidità e capacità di rimanere centrato in situazioni difficili l’ho integrata anche nel lavoro, tanto che sono riuscito a far crescere il mio team e insieme stiamo sviluppando una nuova tecnologia produttiva.

Un’altra cosa che mi ha colpito è che persone di altre funzioni aziendali con cui ho contatti di lavoro, nell’ultimo anno e mezzo hanno iniziato a chiedermi consigli. La cosa interessante è che noto che continuano a tornare da me: ottengono risultati migliori e vedo che sono più soddisfatte.

La tua vita è come un racconto, editala spesso e fallo beneEsther Perell Condividilo su

Sin dalla prima volta che ho sentito questa frase di Esther Perell, di cui mi affascina l’intelligenza e l’energia che emana, mi sono chiesto “OK bello, MA come cavolo si fa ???

Ecco, con Simone e il suo Resonance sto scoprendo 2 cose: cosa voglio veramente e come editare il mio racconto e vivere una vita che IO ritengo valga la pena essere vissuta.

Da lunedì (domani) a venerdì sarò di nuovo con Simone per togliere “un’altro strato” e sabato e domenica prossima (9 e 10 aprile) Simone terrà a Manerba del Garda (ad un’ora da Milano, oppure un’ora e mezza da Venezia) il corso Resonance Experience. E’ un’ottima occasione se anche tu vuoi sperimentare ciò che ti ho raccontato.

Se questa cosa ti risuona, ci vediamo il weekend prossimo.

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