Separa il COSA dal COME

Separa il COSA dal COME

Paolo, un collaboratore molto esperto del mio cliente Mario (entrambi i nomi sono fittizi, per motivi di privacy), ha dato le dimissioni. Mario è molto preoccupato, in quanto questo ragazzo era una figura chiave del suo team e faceva da collegamento tra il suo reparto ed altri 2. Inoltre Paolo conosce molto bene sia il processo, che le persone che lavorano in questi reparti: insomma “sapeva muoversi” bene in azienda e come relazionarsi per arrivare velocemente al risultato.

Come prima cosa io e Mario (e con l’aiuto di Paolo) abbiamo mappato tutte le attività che Paolo faceva. Di una buona parte Mario era all’oscuro. Questo lavoro è stato fondamentale, perchè Mario ora sa:

  • tutto ciò che non verrà più fatto, non appena Paolo avrà finito il periodi di preavviso
  • ha una mappa di COME Paolo faceva le cose: quale era il trigger che dava inizio ad ogni processo, cosa faceva Stefano, quando il loop si chiudeva
  • quale caratteristiche tecniche e quali attitudini deve avere il sostituto di Paolo

In breve: ha ottenuto un’enorme chiarezza, e quindi ha potuto scrivere la job description per il nuovo candidato.

Ed è a questo punto che Mario mi ha chiamato tutto preoccupato: Ma non ne troverò MAI uno così… ! ed ha subito iniziato a togliere dei pezzi dalla job description.

Al che l’ho bloccato subito !

Questa è una dinamica molto comune, ma che non è sempre stata così…


Quando eravamo bambini sapevamo ciò che volevamo: per esempio “Voglio giocare a pallone!
Poi ad un certo punto abbiamo iniziato ad andare a scuola, dovevamo stare fermi seduti al nostro banco, parlare soltanto dopo aver alzato la mano e che ci sia data la parola e al pomeriggio…

Voglio giocare a pallone
– Mamma: “NO, devi fare i compiti !”
Ma io voglio giocare a pallone !?!
– “Adesso devi fare i compiti e finchè non hai finito, non giochi a pallone!”

Con il tempo e il ripetersi di dinamiche di questo tipo, siccome sapevamo che NON potevamo andare a giocare a pallone ( NONOSTANTE fosse ciò che volevamo ) abbiamo trasformato il “Voglio giocare a pallone” in “NON voglio fare i compiti” e così è iniziato il nostro primo stato inibitorio. ☹️

A Mario ho spiegato che il COSA e il COME vanno separati: prima deve avere chiarezza sul COSA (e non rinegoziarlo, soltanto perchè non sa come ottenerlo in questo momento), POI viene il COME.

Il COSA e il COME vanno separati: prima devi avere chiarezza sul COSA (e non rinegoziarlo, soltanto perchè non sai come ottenerlo in questo momento), POI viene il COME.Condividilo su

Il COSA attiva una serie di filtri sia sensoriali (di percezione corporea), che cognitivi che ti permettono di analizzare la situazione con maggiore chiarezza e di cogliere opportunità, che se sei focalizzato sul “Eh, ma il problema è che…. “, non riuscirai mai a cogliere.

A Mario ho fatto presente che non si deve focalizzare sul trovare l’esatto sostituto di Paolo, ma di concentrarsi sulle attitudini e le competenze tecniche di base che DEVE avere il nuovo collaboratore (abbiamo anche smesso di chiamarlo “il sostituto di Paolo”, ora ci riferiamo a lui come “il nuovo esperto di progettazione”, in quanto le parole che usiamo creano realtà).

Le competenze specifiche del processo e dell’azienda di Mario, non le troverà mai sul mercato, gliele deve insegnare Mario. E se il nuovo esperto sarà sveglio e curioso (attitudini che deve possedere), con la mappatura dei processi che abbiamo già fatto è anche chiaro e “relativamente” veloce inserire il nuovo collaboratore nell’azienda di Mario.

Alla fine il nuovo collaboratore non sarà mai un clone di Paolo, ma nulla impedisce, ora che Mario ha la mappa dei processi e delle attività di Paolo in mano, a ridistribuire alcune attività di Paolo ad altri collaboratori già presenti in azienda o da assumere.

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